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ARMENIA
(122)-05/10/2016
bus Cali-Armenia:
Uno dei paradisi più belli della Colombia e' il
Triangulo Cafetero, zona che comprende i dipartimenti di
Caldas, Risaralda e Quindio. Situata nella regione
andina occidentale, ad un'altitudine di circa 1400 mt,
gode di un clima intorno ai 28° e questo determina la
produzione di un caffè di alta qualità, con periodi di
raccolta relativamente brevi. Da Cali la prima regione
che incontro e' Quindio con capoluogo Armenia, città di
270.000 abitanti. Il centro urbano non ha niente di
particolare, ma quello che lo circonda e' uno spettacolo
unico, con colline verdi che ricordano tanto lo Sri
Lanka e le sue piantagioni di tè. Qui all'inizio del XX°
secolo hanno iniziato a trasformare le colline in
piantagioni di caffè, tenendo gli arbusti a media
altezza per avere un prodotto superiore a discapito
della quantità. Con un bus di linea mi sposto di una
ventina di km per visitare Recuca, una delle farm più
popolari nel circondario. Per arrivarci mi faccio anche
tre km a piedi in una strada deserta, tra piante di
banane, caffè, panorami stupendi, una meraviglia.
Arrivato a Recuca, per prima cosa mi faccio un bel caffè
e poi inizio la visita guidata, che dura circa tre ore.
Interessante sapere che la semina avviene non in terra
ma in apposite semenziere utilizzando chicchi
selezionati; dopo circa un anno le piantine raggiungono
i 35 cm e vengono spostate nelle piantagioni e dopo
quattro cominciano a dare i primi frutti. La raccolta
viene fatta con metodo picking, che consiste nel passare
più volte, a distanza di settimane, tra i filari per
controllare il punto esatto di maturazione delle bacche
e quindi raccoglierle a mano. Metodo assai costoso ma
che garantisce l'elevata qualità del prodotto. I frutti
che devono essere rossi, vengono lavorati in umido per
estrarne i chicchi e quindi essiccati per tre settimane.
Il processo si conclude con la decorticazione per
togliere l'ultimo strato che avvolge le fave e si
ottiene il caffè verde, che in sacchi viene venduto ai
torrefattori. Caratteristiche anche le Willys, le jeep
tipiche dei cafeteros, utilizzate per trasportare i
sacchi ma anche i campesinos impegnati nella raccolta,
fino ad un numero di 35. Bella giornata con degustazione
dei vari tipi di caffè, danze in costumi tipici e
raccolta frutti tra i filari e degna conclusione, corsa
di 16 km in ambienti surreali.
Ogni tanto nella mia mente scorrono le fantastiche
immagini di questo viaggio, di posti incredibili di
mare, montagna e collina e mi vengono i brividi al sol
pensiero.
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PEREIRA
(123)-08/10/2016
bus Armenia-Pereira:
La visita nel Triangulo Cafetero continua a Pereira,
distante solo 45 km da Armenia e dichiarata patrimonio
dell'UNESCO nel 2011 per il paesaggio culturale cafetero.
Città di 490.000 abitanti, si trova ad un altitudine di
1444 mt. ed e' capoluogo del dipartimento di Risaralda.
Circondata da splendide colline, ha mediamente una
temperatura annuale di 21° con parecchie precipitazioni,
condizione ideale per le piantagioni di caffè,
banane e mango. Pereira non ha una grande storia essendo
stata fondata nel 1863, gli edifici son quasi tutti
moderni, le vie sono strette e zeppe di negozi. Il
centro e' nella parte alta della collina mentre il
quartiere popolare si estende verso il barrio Cuba.
Nella parte bassa scorre il fiume Otun, importante per
la città essendo l'unica fonte di acqua potabile. I
colombiani sono molto cortesi, salutano e ringraziano
sempre, hanno il sorriso stampato in faccia e se hai
bisogno di qualche informazione son pronti ad aiutarti,
non sparano a caso.
Qui volutamente, non ho fatto visita a nessuna fazenda
avendo ancora fresco il ricordo di Recuca. Mi son
limitato a passeggiate rilassanti nel verde, corsa ed a
bighellonare tra Plaza Bolivar, Plaza Victoria, Parque
El Lago e Parque de la Libertad. In questo periodo invernale,
i nuvoloni ed il grigio occupano stabilmente il cielo, piove quasi tutti i giorni, l'umidità
sale alle stelle e
quando arrivo dalla corsa, sembra che abbia fatto il
bagno vestito.
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MANIZALES
(124)-13/10/2016
bus Pereira-Manizales:
Per chiudere con il Triangulo Cafetero, faccio una
cinquantina di km. approdando nella Cordillera Central
nel dipartimento di Caldas. Il capoluogo e' Manizales,
arroccato su una montagna a 2160 mt. con una popolazione
di circa 380.000 persone. La parte alta, dove si trova
il centro, e' collegata al terminal dei bus nella parte
bassa, tramite la Cable Aereo, funivia comodissima per
chi arriva con i servizi pubblici. Le piantagioni di
caffè si trovano a quote inferiori, la città e'
circondata dal verde e sullo sfondo si vede tutta la
Cordillera con il vulcano Nevado del Ruiz, non
accessibile in vetta perché ancora attivo. Oltre al
panorama splendido, questa frizzante località presenta
vie e piazze sempre piene ed e' il primo centro che alla
Domenica non risulta deserto. Abbondano cafeterie,
panaderie e pastelerie, pollo asado e frito, sopa e,
particolarità,
insalata di gelato con formaggio. I prezzi bassissimi mi
portano a bere e mangiare in continuazione, calorie che
fortunatamente smaltisco con la corsa. I percorsi per
correre sono assolutamente in discesa ed affronto i
primi 6 km arrivando a 1800 mt. con lo sguardo sempre
rivolto alle bellezze di queste zone, per poi risalire
con respiro affannoso. Le temperature variano dai 18 ai
10 gradi, l'umidità non esiste, la pioggia arriva
all'improvviso e spesso e' accompagnata da violenti
temporali con tuoni fortissimi. Ho avuto la bella
sorpresa di trovarmi nel bel mezzo di un temporale con
lampi a non finire, proprio al termine della discesa. Il
tratto in salita l'ho fatto tremando per la pioggia e
soprattutto per i fulmini ed alla fine e' uscito il
record sul percorso. Delle tre grandi città cafetere,
Manizales e' la mia preferita, per la vivacità del
centro, l'altitudine e l'atmosfera tipica della
montagna.
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BOGOTA'
(125)-17/10/2016
bus Manizales-Bogota':
Bogotà dista 300 km. da Manizales e su un pulmino
scassato, scomodo e strapieno, arrivo a destinazione
dopo 12 ore. Peccato che risulti uno dei peggiori
trasferimenti, causa il disagio del mezzo di trasporto,
perché il paesaggio e' bellissimo, quasi tutto in alta
quota tra la Cordillera Central e Oriental. La capitale
della Colombia e' una metropoli di 8 milioni di
abitanti, vi sono tutti gli edifici governativi e con
2640 mt. e' la terza capitale sudamericana per
altitudine, dopo La Paz e Quito. Negli anni '80 e '90 la
città era preda del crimine organizzato ed i turisti la
evitavano, ora la situazione e' migliorata e sono circa
10 milioni le presenze straniere annuali. Con questo non
vuol dire che Bogotà sia sicura, ci vuole sempre
attenzione, in special modo nella Candelaria, centro
storico e quartiere più bello, dove tra l'altro avevo
l'hotel. Ci sono dei personaggi che mettono in atto vere
e proprie sceneggiate, con presenza di comparse, per
raggiri e truffe, creando situazioni al di la di ogni
sospetto. Personalmente mi e' capitato di essere fermato
da un turista venezuelano (falso) per una indicazione,
non potendolo aiutare ha fermato un passante che si e'
spacciato per capitano di polizia con tanto di tesserino
(falso). Dopo esserci presentati, ha invitato entrambi a
registrarsi nel vicino commissariato, con rilascio di un
tesserino per turisti, con numeri utili per scippi e
rapine. Inconsciamente mi son lasciato trascinare in una
via vicina e casualmente e' arrivata una signora anziana
(complice) che ha salutato il capitano ed ha mostrato il
tesserino, consigliando di farlo perché importantissimo.
Per farla breve il commissariato non c'era, l'intento
era di portarmi in un condominio ed una volta entrato mi
avrebbero alleggerito di cellulare, soldi (pochi) e
carta di credito (che non avevo). Ora non mi fregano
più, mi devono puntare una pistola o un coltello per
scipparmi, comunque era orchestrata troppo bene ed era
facile cascarci. Bogotà e' proprio bella, senza alcun
dubbio la miglior capitale del Sud America fin qui
visitata, si passa da zone con piazze e palazzi stupendi
a zone popolari contraddistinte da murales, negozietti
ed ambulanti. E' una
città con innumerevoli università e musei
ed e' famosa per il sistema di trasporto che sposta 1,5
milioni di persone al giorno, a prezzo bassissimo, per
dare la possibilità a tutti di usufruire del servizio
pubblico. Vero gioiello sono le ciclabili con 350 km che
collegano ogni parte della
città,
con un investimento di 50 milioni di dollari. Il
progetto CicloRutas e' il piu' esteso del continente
sudamericano e funziona sotto ogni aspetto, sociale ed
economico. I cittadini sfruttano in massa le ciclabili
per raggiungere i luoghi di lavoro ed i dati dimostrano
che per ogni dollaro investito, si risparmiano quasi 3
dollari in spesa sanitaria pubblica. Ed inoltre, ogni
Domenica e festivi, viene creata una ciclovia, centro
compreso, con aree chiuse al traffico e aperte a pedoni,
ciclisti e podisti. Più di un milione di persone, si
appropria delle vie cittadine dalle 7:00 alle 14:00, la
viabilità viene stravolta e persino il tragitto dei bus
viene deviato. Tutto questo a Bogotà, con un costo per
le casse comunali di 1,7 milioni di dollari l'anno,
nonostante ci siano problemi ben più gravi come
l'indigenza e la povertà.
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MEDELLIN
(126)-24/10/2016
bus Bogota'-Medellin:
Comodo trasferimento su un bus a 2 piani con posto da
business, che mitiga le 13 ore di viaggio. Medellin,
capitale del dipartimento di Antioquia, si trova ad una
altitudine di 1480 mt. tra la Cordigliera Occidentale e
la Cordigliera Orientale e con 2,5 milioni di abitanti,
e' la seconda città più grande della Colombia. Adagiata
nella valle d'Aburra', e' protetta dalle montagne ed ha
un clima subtropicale umido, con temperature tra i 18 ed
i 28 gradi, per cui e' stata definita la città
dell'Eterna Primavera. Questa volta ho scelto l'hotel
nella parte benestante, ricca di locali, divertimenti,
hotel di lusso e centri commerciali. Il Poblado si
sviluppa in una zona collinare con spazi verdi, ben
servita sotto tutti i punti di vista ed altamente
sicura. Di sera regna la movida, i bar fanno a gara nel
sparare musica a palla e fino a notte inoltrata la zona
del Parque Lleras e' preda dei decibel e degli
schiamazzi. Medellin ora e' sicura ma ha vissuto momenti
in cui la criminalità era padrona della città, molti
erano i delitti legati al traffico di droga e le forze
dell'ordine nulla potevano contro il potente Pablo
Escobar. Il cartello di Medellin ha accumulato somme
ingenti con il narcotraffico e Pablo Escobar era
addirittura entrato nei dieci più ricchi al mondo.
Ucciso nel 1993 da una unità operativa della polizia
colombiana, viene tuttora ricordato dalla gente del
posto come un eroe, per essere stato un benefattore dei
poveri distribuendo denaro, costruendo scuole, ospedali
e stadi di calcio. Con la funivia che parte da San
Javier si passa da la Comuna 13, roccaforte
impenetrabile e rifugio prediletto di Escobar, grazie
alla copertura degli abitanti. A poca distanza si entra
nel centro storico, alla Candelaria, che si distingue
per Plaza Botero, impreziosita da 23 enormi statue in
bronzo donate dal maestro Fernando Botero, alla sua
città natale. Inoltre da vedere la Basilica Nuestra
Signora de la Candelaria ed i mercatini nelle vie
adiacenti. In Colombia lo sport più popolare e' il
calcio ed a Medellin son tutti pazzi per l'Atletico
Nacional, recente vincitore della coppa Libertadores e
sfidante principale del Real Madrid, nel mondiale per
club di Dicembre in Giappone. Nella città dell'eterna
primavera ci sono stato benissimo, mi son mosso con la
metro o camminando spensieratamente e, per quanto
riguarda la corsa, ho concluso il mese di Ottobre con
302 km e ben 8060 mt di dislivello positivo.
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CARTAGENA
(127)-01/11/2016
bus Medellin-Cartagena:
Viaggio notturno per arrivare sulla costa nord, nel
dipartimento di Bolivar. Cartagena de Indios e' bagnata
dal mar dei Caraibi, in una baia contornata da isole e
per il centro storico perfettamente conservato, e' con
Bogotà la principale destinazione turistica colombiana.
Fondata nel 1533 dagli spagnoli, venne immediatamente
munita da mura per proteggerla contro i pirati. Molti
furono i saccheggi nonostante l'imponente fortezza, fino
a quando nel XVII° secolo, fu dotata di cannoni e
strutture difensive che la resero inviolabile. Il centro
storico, patrimonio dell'UNESCO, racchiude tra gli
undici km. di mura, edifici di stile coloniale come il
Palazzo dell'Inquisizione, il Palazzo del Governatore,
la Torre del Reloj, la cattedrale e la chiesa di San
Domenico. Tra i vicoli si incontrano case d'epoca con
balconi, tetti in legno e fioriere e numerose son le
piazze, ora trasformate in punti di ritrovo. Appena
fuori le mura c'e' il quartiere antico Getsemani,
caratteristico per i locali economici e dove trovi la
gente vera. Qui avevo l'hotel e mi son divertito un
sacco a sorseggiare birra tra i colombiani, con musica
salsa a tutto volume fino a tarda ora. Spesso ho
mangiato per strada con calamaretti e sfilatini di res,
frutta esotica, succhi e l'immancabile cafe' tinto.
All'interno della fortificazione invece i prezzi sono
esagerati ed anche se mi son concesso laute cenette, il
gusto della strada e' quello che più mi ha coinvolto.
Per quanto riguarda il mare, nonostante Cartagena sia ai
Caraibi, stenderei un pietoso velo, spiaggia di sabbia
grigia ed acqua torbida mi han tenuto lontano da
Bocagrande, il punto più frequentato. Da ricordare un
bel piatto di pesce in una bettola sulla spiaggia,
accompagnato da 2 birre, al modico prezzo di 10 euro.
Tremendi invece i venditori di cappelli, sigari e
souvenir, non ti mollano un minuto così come le zanzare,
tenute lontano a forza di repellente. Il grosso problema
in queste zone e' il caldo, una cosa terrificante, 32
gradi di giorno e 28 di notte con umidità che tocca il
90%. Siamo ancora in inverno ma di giorno e' impossibile
stare al sole, ti cuoce il cervello e con la corsa e'
stato un vero calvario, ho tenuto duro uscendo tutti i
giorni al tramonto e limitando le sedute ad un'ora. Non
ho mai corso in queste condizioni, di bello che
"trottavo" sulla strada che costeggia il mare ed
osservavo la luce che, piano piano si spegneva
all'orizzonte.
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SANTA MARTA
(128)-09/11/2016
bus Cartagena-S. Marta:
Santa Marta capitale del dipartimento Magdalena e'
considerata la città più vecchia del sudamerica.
Affacciata sul mar dei Caraibi e' circondata dalla
Sierra Nevada che ha nel
Pico Cristobal Colon, la vetta più alta della Colombia.
A Santa Marta ci sono siti di immenso valore storico
come la cattedrale, la più antica dell'America del Sud,
il convento di Santo Domingo e la casa della Dogana. A
cinque km. dal centro si trova la Quinta di San Pedro
Alejandrino, dove nel 1830 morì Simon Bolivar, il
leggendario condottiero che liberò Colombia, Ecuador,
Panama, Perù e Venezuela dal dominio spagnolo e fondò la
Bolivia. Il clima rispetto a Cartagena e' leggermente
migliore, non cambia per quanto riguarda i gradi, la
differenza la fa il livello di umidità che non supera
80%. Il mare non e' granché, per trovare di meglio la
meta preferita e' il parco naturale Tayrona con belle
insenature e spiagge solitarie. La vita scorre
tranquilla, i prezzi molto economici permettono
frequentazioni di bar e ristoranti senza problemi e per
le vie sono molte le occasioni di assaggiare prodotti
tipici. Il cafè tinto e' il classico caffè colombiano
preparato tramite semplice filtrazione. Si mettono
alcuni cucchiaini di caffè macinato in un colino di tessuto e si
versa acqua bollente in quantità variabile, a seconda se
si vuole un cafè fuerte o suave. Come cibo da strada,
molto diffuse sono le empanadas, piccoli involtini
fritti ripieni di carne o pollo, da condire a piacimento
con l'aji, salsa piccante. Quando nell'aria senti odore
di formaggio, trovi le arepas, tortini di farina bianca di mais, ripieni
di uovo, formaggio o carne. Non mancano le grigliate, il
pollo fritto e le zuppe, tutti cibi considerati poveri e
che i turisti snobbano. Le condizioni igieniche lasciano
molto a desiderare ma si tratta sempre di alimenti
cotti. Da evitare assolutamente per strada i buonissimi ceviche, pesce crudo con salsa di limone, maionese e
ketchup ed i cocktail di gamberetti. Santa Marta, nella
parte più a Nord del continente sudamericano, mi ha
attirato per l'idea di addentrarmi nella foresta, con un
trekking di 4 giorni, per arrivare alla Ciudad Perdida.
Costruita dagli Indios Tayrona 650 anni prima di Machu
Picchu e' stata scoperta nel 1973 ed aperta al pubblico
nel 1982.
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LA CIUDAD PERDIDA
La Ciudad Perdida e' il sito
archeologico più famoso della Colombia, si trova ad una
settantina di km da Santa Marta, nel cuore della Sierra
Nevada. Nella giungla tropicale ci sono 3 etnie
indigene, i Kogi, i Wiwa e gli Arhuaco e tutto il
territorio e' sotto la loro giurisdizione. In queste
aree inaccessibili ci sono state grandi piantagioni di
marijuana, sostituite pian piano dalla coca, ed era una
delle zone di maggior produzione con 4500 tonnellate di
stupefacenti l'anno. Le FARC ed i narcotrafficanti hanno
segnato i territori indigeni con disboscamenti,
sfruttamenti, violenze, omicidi e sequestri. Ora
l'esercito controlla tutta l'area, le tribù hanno il
permesso di avere nelle loro proprietà le piante di
coca, ritenute sacre, non sono più soggette a pizzi e
violenze e conservano intatte le loro tradizioni. Il
trekking di 4 giorni parte da El Mamey, piccola borgata
raggiunta con la jeep, su un sentiero sterrato alquanto
tortuoso. Il nostro gruppo e' formato da 11 persone e
per la prima volta ho la fortuna di avere come compagni
degli italiani. Alessandro originario di Como,
trapiantato a Zurigo, dove conduce il telegiornale alla
TV svizzera-italiana e poi Andrea ed Alessandro di Bari,
entrambi nel mondo della ristorazione. Ariel e' la
guida, nativo della Sierra Nevada ha modi affabili, ti
coinvolge quando parla e gli brillano gli occhi ogni
volta che racconta aneddoti della sua terra. Il percorso
e' mediamente impegnativo con salite e discese fangose,
fiumi da guadare e temperature alte, condizionate
dall'umidità. Incontriamo diversi indigeni, sono
riservati, solo i bambini si avvicinano timidamente in
cerca di qualche dolcetto. Le zanzare sono una minaccia
costante e l'uso di repellenti limita in parte
l'assalto, anche se qualcuno ne e' uscito comunque
bollato. Le strutture dove dormiamo sono abbastanza
confortevoli, i letti hanno zanzariere e non ci si può
lamentare, così come il cibo, vario e abbondante. La
sveglia al mattino e' sempre alle 5:00, si inizia a
camminare dopo un'ora e ci sono sempre intermezzi con
frutta o spremute d'arancio. Il clou arriva il terzo
giorno con l'ascesa alla Ciudad Perdida; 1200 scalini di
pietra portano all'area archeologica, con diversi
pianori senza edifici, ma che lasciano trasparire la
grandezza di questa città che ospitava circa 2000
persone. Fondata nel 800 d.c. circa 650 anni prima di
Machu Picchu, venne scoperta nel 1972 quando un gruppo
di saccheggiatori di tesori trovarono questa città
sperduta, chiamata Teyuna dagli indigeni e considerata
sacra. Quando alcune figure in oro e urne in ceramica
cominciarono a essere vendute al mercato nero, le
autorità rivelarono al pubblico l'esistenza del sito nel
1975. Per l'alto rischio dei narcos e delle FARC, pochi
erano i temerari che si avventuravano nella giungla e
solo negli ultimi anni si sta assistendo ad un flusso
stimato in circa 200 persone al giorno. Dopo aver
raggiunto la parte più in alto per le foto di rito ed un
break a base di dolci, scendiamo passando da un piccolo
villaggio dove abita lo sciamano, capo religioso e
politico. In mano tiene il poporo, bastoncino che viene
leccato ed inserito in una sorta di zucca svuotata, che
contiene un mix di conchiglie tritate. Prelevata un po'
di polvere si porta alla bocca per mescolarla alla coca
masticata, ottenendo per effetto dell'alta alcalinità,
una reazione stimolante dei principi attivi. Lo sciamano
risponde alle domande con lo sguardo sempre rivolto in
basso, non guarda mai negli occhi lo straniero, lo
ritiene colpevole dei saccheggi e delle avversità
climatiche che spesso colpiscono queste zone. Solo un
mese fa, l'uragano Matthew si e' abbattuto sulla Sierra
Nevada portando distruzione e sradicamento di alberi
secolari. Nella sua fermezza lo sciamano ha dispensato
risposte sagge e quando gli e' stato chiesto se nella
loro civiltà e' permesso avere più mogli, con tono
deciso ha risposto " No, il Sole ha una sola Luna".
A nessuno e' permesso lasciare la
Sierra Nevada, qualcuno va in città per qualche acquisto
ma se non torna lo vanno a riprendere.
Il bello di questo trekking, oltre
alla fitta foresta ed alla Ciudad Perdida, sta nel
toccare con mano la realtà di questa gente, non c'e'
niente di finto ed impressiona come vivono. Indossano
una semplice tunica bianca, capelli lunghi, piedi
scalzi, molti bambini e vite separate. Ogni famiglia ha
due capanne, in una vive il marito con i figli maschi e
nell'altra la moglie con le femmine e se la coppia vuole
fare sesso, obbligatoriamente al di fuori delle
abitazioni. Son rimasto molto soddisfatto da questa
esperienza, non eccezionale per paesaggi ma molto
significativa per quanto riguarda l'aspetto umano.
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BARRANQUILLA
(129)-21/11/2016
Bus S.Marta-Barranquilla:
Dopo Cartagena e Santa Marta, non poteva mancare il
capoluogo del dipartimento dell'Atlantico e quarta città
della Colombia per popolazione. Barranquilla si affaccia
sul mar dei Caraibi ed e' un importante polo industriale
e portuale. La costa e' lontana dal centro e non offre
spettacoli degni di una visita se non la foce del fiume
Magdalena che sfocia nell'Atlantico. Anche qui il mare
dei Caraibi si presenta grigiastro ma e' l'effetto della
sabbia nera, visto che a pochi km c'e' un vulcano. Le
temperature sono stabili tutto l'anno tra i 28 e i 32
gradi ed ora che siamo nel periodo invernale, le brevi
piogge fanno innalzare il livello di umidità al massimo
e non si vede l'ora di stare in ambienti climatizzati.
Il quartiere del Prado e' abbastanza tranquillo mentre
il centro e' trafficato, bancarelle in ogni via, una
moltitudine di negozietti ed un via vai incredibile.
Essendo città dal 1800, non ci sono molti edifici
storici ed il tutto si ferma alle varie chiese, che in
tutto il Sud America, non mancano mai. Barranquilla e'
famosa per il carnevale e per essere la sede di tutte le
partite della nazionale colombiana. Non si parla che di
calcio e quello che stupisce e' il tifo sfrenato per
tutte le squadre di club nazionali. Ho assistito in un
bar alla semifinale della Copa Sudamericana, vinta
dal'Atletico Nacional di Medellin contro la paraguaiana
Cerro Porteno e l'entusiasmo ed il tifo mi hanno
sorpreso, tanto era coinvolgente. Per il resto
Barranquilla non mi ha dato molto, anzi mi ha massacrato
con la corsa per le condizioni climatiche impossibili e
per lo smog, che mi ha annerito i polmoni ed infiammato
il tratto respiratorio.
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BUCARAMANGA
(130)-28/11/2016
Bus Barr.-Bucaramanga:
Da Barranquilla scendo in direzione Bogota' costeggiando
il Venezuela, quindi dalla parte opposta rispetto a dove
son salito. Mi tolgo dagli itinerari turistici e mi
affido al caso, non sapendo nulla di dove andrò a
finire. Come sempre devo fare i conti con i collegamenti
dei bus e la prima città che incontro e' il capoluogo
del dipartimento di Santander. Il viaggio che mi porta a
Bucaramanga dura 10 ore e mi si presenta un bel panorama
collinare, a circa 1000 mt. di altitudine. La citta' non
ha niente di particolare, giusto la piazza dove si
affaccia la cattedrale ed alcune vie limitrofe con
abbastanza movimento. Decido comunque di fermarmi una
settimana, sfruttando quel timido miglioramento
climatico, per chiudere il mio mese di corsa a 260 km.
Considerato il clima impossibile, la quasi totalità dei
km. passata su e giù dai marciapiedi, tra il traffico
cittadino e lo smog micidiale, mi ritengo soddisfatto di
quanto fatto. Un evento che ha catalizzato l'attenzione
di tutta la gente colombiana e mondiale, e' stata la
tragedia aerea di Medellin. Lo schianto del charter
sulla montagna, con la conseguente morte di quasi tutti
i componenti della squadra brasiliana dello Chapecoense,
ha inondato i canali televisivi di dirette, con grande
seguito di pubblico.
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TUNJA
(131)-05/12/2016
Bus Bucaramanga-Tunja:
Procede l'avvicinamento a Bogota' con uno spostamento di
300 km, tra i tornanti della Cordillera Oriental delle
Ande Colombiane. Il viaggio su strade di montagna mi
porta in 10 ore a Tunja, capoluogo del dipartimento di
Boyaca'. Posto fantastico su un altopiano a 2900 mt.
circondato da verdi colline e con un clima da alta
montagna. Di giorno la temperatura oscilla tra i 15 ed i
18 gradi, mentre di sera scende sotto i 10°. La città e'
stata classificata come la più sicura del paese, ha un
bel centro storico, con edifici, chiese e cattedrali
risalenti all'epoca pre-colombiana. In questo periodo
poi e' tutta illuminata per il Natale ed in piazza
Bolivar, un grande albero irradia canti fino a tarda
sera. A circa 30 km di distanza si trova Villa
de Leyva, graziosa cittadina coloniale del XVI°
secolo, conservata nel suo aspetto originale e meta di
un flusso turistico nettamente superiore a Tunja. Ho
optato per una visita giornaliera, nonostante i consigli
di viverla almeno un paio di giorni. Il posto e'
incantevole ma si limita ad un fazzoletto dove le viuzze
portano tutte a Plaza Mayor e poi il clima e' afoso,
essendo adagiata in una vallata a 2000 mt. Felicemente
mi son fermato 8 giorni a Tunja, dove ho trovato
condizioni ideali per soggiornare ma soprattutto per
mettere nelle gambe 130 km. Le magnifiche colline che la
circondano si prestano per la corsa e la caretera che
porta a Toca e' una meraviglia, con 9 km di salita
dolce, tra il silenzio rotto solo dalle poche macchine
che vi transitano. Non mi sembra vero di correre con
aria fresca, senza smog, tutto su strada e con un
panorama indimenticabile. Lascio questa accogliente
città con un pizzico di tristezza, si deve andare
avanti.