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COLOMBIA

La Colombia e' l'unico paese sudamericano ad affacciarsi su due oceani, l'Atlantico a nord ed il Pacifico ad ovest. Repubblica con camera e senato ha una popolazione di circa 47 milioni e Bogota', la capitale, ne conta otto. Quando si parla di Colombia e' d'obbligo pensare ai suoi splendidi paesaggi, al caffè, tra i migliori al mondo ed ai cartelli del narcotraffico di Cal¡ e Medellin, ora sciolti ma che han inondato l'America di cocaina. Il territorio colombiano, geologicamente e' parte della cintura di fuoco del Pacifico, che rende la regione soggetta a terremoti, tsunami ed eruzioni vulcaniche, per la convergenza delle placche di Nazca, caraibica e sudamericana. E' caratterizzato da una regione montuosa a occidente ed una regione pianeggiante a oriente. Allo stesso modo e' attraversato dalla Cordigliera delle Ande, ramificata in Occidental, Central ed Oriental mentre la montagna piu' alta del paese e' il Pico Cristobal Colon, 5775 mt e si trova nella Sierra Nevada de Santa Marta, al di fuori della cordigliera. La Colombia ha un tasso elevato di poveri (45%) e di indigenti (15%) e sta cercando di uscire da lotte interne che in 50 anni di guerra hanno causato oltre 200 mila morti, 180 mila sequestri e 200 mila desaparecidos. L'accordo di pace con le FARC, le forze armate rivoluzionarie della Colombia, e' stato sottoposto a referendum il 02 ottobre scorso ed a sorpresa ha vinto il NO. Ora incombe il rischio che il processo di normalizzazione del paese si interrompa, facendo ritornare l'incubo della guerra.  

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CALI'

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(121)-28/09/2016 bus Quito-Cali: Affronto le 20 ore di bus da Quito a Cali con qualche apprensione per via del passaporto, nuovo e senza timbro di ingresso in Ecuador. Mi premunisco con fotocopie del passaporto rubato e della denuncia alla Fiscalia, ed alla frontiera di Rumichaca tutto si svolge senza problemi. Entrando in Colombia via terra, Cali e' la prima grossa città che si incontra e decido di fermarmi una settimana per entrare in contatto con questa nazione e capirne le abitudini. Per prima cosa trovo opposte fazioni che in piazza invitano al SI ed al NO nel voto referendario sulla pace governo-FARC e poi una situazione insolita con molti indigenti che chiedono soldi e vivono sui marciapiedi. Son persone disperate, trasandate, denutrite e per niente pericolose, di peggio ne ho viste solo in India. La gente e' comunque affabile, allegra e con la musica nel sangue,salsa su tutte. Altra cosa che mi stupisce e' il costo della vita molto basso, i prezzi sono meno della metà rispetto all'Ecuador e nei bar e ristoranti te la cavi con poco. Insolita anche la possibilità di telefonare tramite operatori che per strada affittano cellulari al costo di 100 pesos al minuto (3 centesimi di euro). Cali e' una città frenetica dal Lunedì al Venerdì per poi svuotarsi al Sabato e diventare deserta la Domenica, con chiusura totale dei locali. Da vedere non c'e' comunque molto a parte le solite cattedrali, il centro con Plaza de Caycedo,  la via che costeggia il Rio Cali e le statue dei gatti, opere di artisti vari. Centrale il Parque Jorge Isaacs, posto ideale per sfuggire ai 28° e dove son riuscito a ricavare un percorso di 3 km. Con le ultime 2 uscite ho chiuso settembre a 230 km con 4 sedute da 15. Muy bien.

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ARMENIA

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(122)-05/10/2016 bus Cali-Armenia: Uno dei paradisi più belli della Colombia e' il Triangulo Cafetero, zona che comprende i dipartimenti di Caldas, Risaralda e Quindio. Situata nella regione andina occidentale, ad un'altitudine di circa 1400 mt, gode di un clima intorno ai 28° e questo determina la produzione di un caffè di alta qualità, con periodi di raccolta relativamente brevi. Da Cali la prima regione che incontro e' Quindio con capoluogo Armenia, città di 270.000 abitanti. Il centro urbano non ha niente di particolare, ma quello che lo circonda e' uno spettacolo unico, con colline verdi che ricordano tanto lo Sri Lanka e le sue piantagioni di tè. Qui all'inizio del XX° secolo hanno iniziato a trasformare le colline in piantagioni di caffè, tenendo gli arbusti a media altezza per avere un prodotto superiore a discapito della quantità. Con un bus di linea mi sposto di una ventina di km per visitare Recuca, una delle farm più popolari nel circondario. Per arrivarci mi faccio anche tre km a piedi in una strada deserta, tra piante di banane, caffè, panorami stupendi, una meraviglia.  Arrivato a Recuca, per prima cosa mi faccio un bel caffè e poi inizio la visita guidata, che dura circa tre ore. Interessante sapere che la semina avviene non in terra ma in apposite semenziere utilizzando chicchi selezionati; dopo circa un anno le piantine raggiungono i 35 cm e vengono spostate nelle piantagioni e dopo quattro cominciano a dare i primi frutti. La raccolta viene fatta con metodo picking, che consiste nel passare più volte, a distanza di settimane, tra i filari per controllare il punto esatto di maturazione delle bacche e quindi raccoglierle a mano. Metodo assai costoso ma che garantisce l'elevata qualità del prodotto. I frutti che devono essere rossi, vengono lavorati in umido per estrarne i chicchi e quindi essiccati per tre settimane. Il processo si conclude con la decorticazione per togliere l'ultimo strato che avvolge le fave e si ottiene il caffè verde, che in sacchi viene venduto ai torrefattori. Caratteristiche anche le Willys, le jeep tipiche dei cafeteros, utilizzate per trasportare i sacchi ma anche i campesinos impegnati nella raccolta, fino ad un numero di 35. Bella giornata con degustazione dei vari tipi di caffè, danze in costumi tipici e raccolta frutti tra i filari e degna conclusione, corsa di 16 km in ambienti surreali. Ogni tanto nella mia mente scorrono le fantastiche immagini di questo viaggio, di posti incredibili di mare, montagna e collina e mi vengono i brividi al sol pensiero.

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PEREIRA

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(123)-08/10/2016 bus Armenia-Pereira: La visita nel Triangulo Cafetero continua a Pereira, distante solo 45 km da Armenia e dichiarata patrimonio dell'UNESCO nel 2011 per il paesaggio culturale cafetero. Città di 490.000 abitanti, si trova ad un altitudine di 1444 mt. ed e' capoluogo del dipartimento di Risaralda. Circondata da splendide colline, ha mediamente una temperatura annuale di 21° con parecchie precipitazioni, condizione ideale per le piantagioni di caffè, banane e mango. Pereira non ha una grande storia essendo stata fondata nel 1863, gli edifici son quasi tutti moderni, le vie sono strette e zeppe di negozi. Il centro e' nella parte alta della collina mentre il quartiere popolare si estende verso il barrio Cuba. Nella parte bassa scorre il fiume Otun, importante per la città essendo l'unica fonte di acqua potabile. I colombiani sono molto cortesi, salutano e ringraziano sempre, hanno il sorriso stampato in faccia e se hai bisogno di qualche informazione son pronti ad aiutarti, non sparano a caso. Qui volutamente, non ho fatto visita a nessuna fazenda avendo ancora fresco il ricordo di Recuca. Mi son limitato a passeggiate rilassanti nel verde, corsa ed a bighellonare tra Plaza Bolivar, Plaza Victoria, Parque El Lago e Parque de la Libertad. In questo periodo invernale, i nuvoloni ed il grigio occupano stabilmente il cielo, piove quasi tutti i giorni, l'umidità sale alle stelle e quando arrivo dalla corsa, sembra che abbia fatto il bagno vestito.

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MANIZALES

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(124)-13/10/2016 bus Pereira-Manizales: Per chiudere con il Triangulo Cafetero, faccio una cinquantina di km. approdando nella Cordillera Central nel dipartimento di Caldas. Il capoluogo e' Manizales, arroccato su una montagna a 2160 mt. con una popolazione di circa 380.000 persone. La parte alta, dove si trova il centro, e' collegata al terminal dei bus nella parte bassa, tramite la Cable Aereo, funivia comodissima per chi arriva con i servizi pubblici. Le piantagioni di caffè si trovano a quote inferiori, la città e' circondata dal verde e sullo sfondo si vede tutta la Cordillera con il vulcano Nevado del Ruiz, non accessibile in vetta perché ancora attivo. Oltre al panorama splendido, questa frizzante località presenta vie e piazze sempre piene ed e' il primo centro che alla Domenica non risulta deserto. Abbondano cafeterie, panaderie e pastelerie, pollo asado e frito, sopa e, particolarità, insalata di gelato con formaggio. I prezzi bassissimi mi portano a bere e mangiare in continuazione, calorie che fortunatamente smaltisco con la corsa. I percorsi per correre sono assolutamente in discesa ed affronto i primi 6 km arrivando a 1800 mt. con lo sguardo sempre rivolto alle bellezze di queste zone, per poi risalire con respiro affannoso. Le temperature variano dai 18 ai 10 gradi, l'umidità non esiste, la pioggia arriva all'improvviso e spesso e' accompagnata da violenti temporali con tuoni fortissimi. Ho avuto la bella sorpresa di trovarmi nel bel mezzo di un temporale con lampi a non finire, proprio al termine della discesa. Il tratto in salita l'ho fatto tremando per la pioggia e soprattutto per i fulmini ed alla fine e' uscito il record sul percorso. Delle tre grandi città cafetere, Manizales e' la mia preferita, per la vivacità del centro, l'altitudine e l'atmosfera tipica della montagna.

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BOGOTA'

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(125)-17/10/2016 bus Manizales-Bogota': Bogotà dista 300 km. da Manizales e su un pulmino scassato, scomodo e strapieno, arrivo a destinazione dopo 12 ore. Peccato che risulti uno dei peggiori trasferimenti, causa il disagio del mezzo di trasporto, perché il paesaggio e' bellissimo, quasi tutto in alta quota tra la Cordillera Central e Oriental. La capitale della Colombia e' una metropoli di 8 milioni di abitanti, vi sono tutti gli edifici governativi e con 2640 mt. e' la terza capitale sudamericana per altitudine, dopo La Paz e Quito. Negli anni '80 e '90 la città era preda del crimine organizzato ed i turisti la evitavano, ora la situazione e' migliorata e sono circa 10 milioni le presenze straniere annuali. Con questo non vuol dire che Bogotà sia sicura, ci vuole sempre attenzione, in special modo nella Candelaria, centro storico e quartiere più bello, dove tra l'altro avevo l'hotel. Ci sono dei personaggi che mettono in atto vere e proprie sceneggiate, con presenza di comparse, per raggiri e truffe, creando situazioni al di la di ogni sospetto. Personalmente mi e' capitato di essere fermato da un turista venezuelano (falso) per una indicazione, non potendolo aiutare ha fermato un passante che si e' spacciato per capitano di polizia con tanto di tesserino (falso). Dopo esserci presentati, ha invitato entrambi a registrarsi nel vicino commissariato, con rilascio di un tesserino per turisti, con numeri utili per scippi e rapine. Inconsciamente mi son lasciato trascinare in una via vicina e casualmente e' arrivata una signora anziana (complice) che ha salutato il capitano ed ha mostrato il tesserino, consigliando di farlo perché importantissimo. Per farla breve il commissariato non c'era, l'intento era di portarmi in un condominio ed una volta entrato mi avrebbero alleggerito di cellulare, soldi (pochi) e carta di credito (che non avevo). Ora non mi fregano più, mi devono puntare una pistola o un coltello per scipparmi, comunque era orchestrata troppo bene ed era facile cascarci. Bogotà e' proprio bella, senza alcun dubbio la miglior capitale del Sud America fin qui visitata, si passa da zone con piazze e palazzi stupendi a zone popolari contraddistinte da murales, negozietti ed ambulanti. E' una città con innumerevoli università e musei ed e' famosa per il sistema di trasporto che sposta 1,5 milioni di persone al giorno, a prezzo bassissimo, per dare la possibilità a tutti di usufruire del servizio pubblico. Vero gioiello sono le ciclabili con 350 km che collegano ogni parte della città, con un investimento di 50 milioni di dollari. Il progetto CicloRutas e' il piu' esteso del continente sudamericano e funziona sotto ogni aspetto, sociale ed economico. I cittadini sfruttano in massa le ciclabili per raggiungere i luoghi di lavoro ed i dati dimostrano che per ogni dollaro investito, si risparmiano quasi 3 dollari in spesa sanitaria pubblica. Ed inoltre, ogni Domenica e festivi, viene creata una ciclovia, centro compreso, con aree chiuse al traffico e aperte a pedoni, ciclisti e podisti. Più di un milione di persone, si appropria delle vie cittadine dalle 7:00 alle 14:00, la viabilità viene stravolta e persino il tragitto dei bus viene deviato. Tutto questo a Bogotà, con un costo per le casse comunali di 1,7 milioni di dollari l'anno, nonostante ci siano problemi ben più gravi come l'indigenza e la povertà. 

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MEDELLIN

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(126)-24/10/2016 bus Bogota'-Medellin: Comodo trasferimento su un bus a 2 piani con posto da business, che mitiga le 13 ore di viaggio. Medellin, capitale del dipartimento di Antioquia, si trova ad una altitudine di 1480 mt. tra la Cordigliera Occidentale e la Cordigliera Orientale e con 2,5 milioni di abitanti, e' la seconda città più grande della Colombia. Adagiata nella valle d'Aburra', e' protetta dalle montagne ed ha un clima subtropicale umido, con temperature tra i 18 ed i 28 gradi, per cui e' stata definita la città dell'Eterna Primavera. Questa volta ho scelto l'hotel nella parte benestante, ricca di locali, divertimenti, hotel di lusso e centri commerciali. Il Poblado si sviluppa in una zona collinare con spazi verdi, ben servita sotto tutti i punti di vista ed altamente sicura. Di sera regna la movida, i bar fanno a gara nel sparare musica a palla e fino a notte inoltrata la zona del Parque Lleras e' preda dei decibel e degli schiamazzi. Medellin ora e' sicura ma ha vissuto momenti in cui la criminalità era padrona della città, molti erano i delitti legati al traffico di droga e le forze dell'ordine nulla potevano contro il potente Pablo Escobar. Il cartello di Medellin ha accumulato somme ingenti con il narcotraffico e Pablo Escobar era addirittura entrato nei dieci più ricchi al mondo. Ucciso nel 1993 da una unità operativa della polizia colombiana, viene tuttora ricordato dalla gente del posto come un eroe, per essere stato un benefattore dei poveri distribuendo denaro, costruendo scuole, ospedali e stadi di calcio. Con la funivia che parte da San Javier si  passa da la Comuna 13, roccaforte impenetrabile e rifugio prediletto di Escobar, grazie alla copertura degli abitanti. A poca distanza si entra nel centro storico, alla Candelaria, che si distingue per Plaza Botero, impreziosita da 23 enormi statue in bronzo donate dal maestro Fernando Botero, alla sua città natale. Inoltre da vedere la Basilica Nuestra Signora de la Candelaria ed i mercatini nelle vie adiacenti. In Colombia lo sport più popolare e' il calcio ed a Medellin son tutti pazzi per l'Atletico Nacional, recente vincitore della coppa Libertadores e sfidante principale del Real Madrid, nel mondiale per club di Dicembre in Giappone. Nella città dell'eterna primavera ci sono stato benissimo, mi son mosso con la metro o camminando spensieratamente e, per quanto riguarda la corsa, ho concluso il mese di Ottobre con 302 km e ben 8060 mt di dislivello positivo.

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CARTAGENA

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(127)-01/11/2016 bus Medellin-Cartagena: Viaggio notturno per arrivare sulla costa nord, nel dipartimento di Bolivar. Cartagena de Indios e' bagnata dal mar dei Caraibi, in una baia contornata da isole e per il centro storico perfettamente conservato, e' con Bogotà la principale destinazione turistica colombiana. Fondata nel 1533 dagli spagnoli, venne immediatamente munita da mura per proteggerla contro i pirati. Molti furono i saccheggi nonostante l'imponente fortezza, fino a quando nel XVII° secolo, fu dotata di cannoni e strutture difensive che la resero inviolabile. Il centro storico, patrimonio dell'UNESCO, racchiude tra gli undici km. di mura, edifici di stile coloniale come il Palazzo dell'Inquisizione, il Palazzo del Governatore, la Torre del Reloj, la cattedrale e la chiesa di San Domenico. Tra i vicoli si incontrano case d'epoca con balconi, tetti in legno e fioriere e numerose son le piazze, ora trasformate in punti di ritrovo. Appena fuori le mura c'e' il quartiere antico Getsemani, caratteristico per i locali economici e dove trovi la gente vera. Qui avevo l'hotel e mi son divertito un sacco a sorseggiare birra tra i colombiani, con musica salsa a tutto volume fino a tarda ora. Spesso ho mangiato per strada con calamaretti e sfilatini di res, frutta esotica, succhi e l'immancabile cafe' tinto. All'interno della fortificazione invece i prezzi sono esagerati ed anche se mi son concesso laute cenette, il gusto della strada e' quello che più mi ha coinvolto. Per quanto riguarda il mare, nonostante Cartagena sia ai Caraibi, stenderei un pietoso velo, spiaggia di sabbia grigia ed acqua torbida mi han tenuto lontano da Bocagrande, il punto più frequentato. Da ricordare un bel piatto di pesce in una bettola sulla spiaggia, accompagnato da 2 birre, al modico prezzo di 10 euro. Tremendi invece i venditori di cappelli, sigari e souvenir, non ti mollano un minuto così come le zanzare, tenute lontano a forza di repellente. Il grosso problema in queste zone e' il caldo, una cosa terrificante, 32 gradi di giorno e 28 di notte con umidità che tocca il 90%. Siamo ancora in inverno ma di giorno e' impossibile stare al sole, ti cuoce il cervello e con la corsa e' stato un vero calvario, ho tenuto duro uscendo tutti i giorni al tramonto e limitando le sedute ad un'ora. Non ho mai corso in queste condizioni, di bello che "trottavo" sulla strada che costeggia il mare ed osservavo la luce che, piano piano si spegneva all'orizzonte.

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SANTA MARTA

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(128)-09/11/2016 bus Cartagena-S. Marta: Santa Marta capitale del dipartimento Magdalena e' considerata la città più vecchia del sudamerica. Affacciata sul mar dei Caraibi e' circondata dalla Sierra Nevada che ha nel Pico Cristobal Colon, la vetta più alta della Colombia. A Santa Marta ci sono siti di immenso valore storico come la cattedrale, la più antica dell'America del Sud, il convento di Santo Domingo e la casa della Dogana. A cinque km. dal centro si trova la Quinta di San Pedro Alejandrino, dove nel 1830 morì Simon Bolivar, il leggendario condottiero che liberò Colombia, Ecuador, Panama, Perù e Venezuela dal dominio spagnolo e fondò la Bolivia. Il clima rispetto a Cartagena e' leggermente migliore, non cambia per quanto riguarda i gradi, la differenza la fa il livello di umidità che non supera 80%. Il mare non e' granché, per trovare di meglio la meta preferita e' il parco naturale Tayrona con belle insenature e spiagge solitarie. La vita scorre tranquilla, i prezzi molto economici permettono frequentazioni di bar e ristoranti senza problemi e per le vie sono molte le occasioni di assaggiare prodotti tipici. Il cafè tinto e' il classico caffè colombiano preparato tramite semplice filtrazione. Si mettono alcuni cucchiaini di caffè macinato in un colino di tessuto e si versa acqua bollente in quantità variabile, a seconda se si vuole un cafè fuerte o suave. Come cibo da strada, molto diffuse sono le empanadas, piccoli involtini fritti ripieni di carne o pollo, da condire a piacimento con l'aji, salsa piccante. Quando nell'aria senti odore di formaggio, trovi le arepas, tortini di farina bianca di mais, ripieni di uovo, formaggio o carne. Non mancano le grigliate, il pollo fritto e le zuppe, tutti cibi considerati poveri e che i turisti snobbano. Le condizioni igieniche lasciano molto a desiderare ma si tratta sempre di alimenti cotti. Da evitare assolutamente per strada i buonissimi ceviche, pesce crudo con salsa di limone, maionese e ketchup ed i cocktail di gamberetti. Santa Marta, nella parte più a Nord del continente sudamericano, mi ha attirato per l'idea di addentrarmi nella foresta, con un trekking di 4 giorni, per arrivare alla Ciudad Perdida. Costruita dagli Indios Tayrona 650 anni prima di Machu Picchu e' stata scoperta nel 1973 ed aperta al pubblico nel 1982.

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LA CIUDAD PERDIDA

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La Ciudad Perdida e' il sito archeologico più famoso della Colombia, si trova ad una settantina di km da Santa Marta, nel cuore della Sierra Nevada. Nella giungla tropicale ci sono 3 etnie indigene, i Kogi, i Wiwa e gli Arhuaco e tutto il territorio e' sotto la loro giurisdizione. In queste aree inaccessibili ci sono state grandi piantagioni di marijuana, sostituite pian piano dalla coca, ed era una delle zone di maggior produzione con 4500 tonnellate di stupefacenti l'anno. Le FARC ed i narcotrafficanti hanno segnato i territori indigeni con disboscamenti, sfruttamenti, violenze, omicidi e sequestri. Ora l'esercito controlla tutta l'area, le tribù hanno il permesso di avere nelle loro proprietà le piante di coca, ritenute sacre, non sono più soggette a pizzi e violenze e conservano intatte le loro tradizioni. Il trekking di 4 giorni parte da El Mamey, piccola borgata raggiunta con la jeep, su un sentiero sterrato alquanto tortuoso. Il nostro gruppo e' formato da 11 persone e per la prima volta ho la fortuna di avere come compagni degli italiani. Alessandro originario di Como, trapiantato a Zurigo, dove conduce il telegiornale alla TV svizzera-italiana e poi Andrea ed Alessandro di Bari, entrambi nel mondo della ristorazione. Ariel e' la guida, nativo della Sierra Nevada ha modi affabili, ti coinvolge quando parla e gli brillano gli occhi ogni volta che racconta aneddoti della sua terra. Il percorso e' mediamente impegnativo con salite e discese fangose, fiumi da guadare e temperature alte, condizionate dall'umidità. Incontriamo diversi indigeni, sono riservati, solo i bambini si avvicinano timidamente in cerca di qualche dolcetto. Le zanzare sono una minaccia costante e l'uso di repellenti limita in parte l'assalto, anche se qualcuno ne e' uscito comunque bollato. Le strutture dove dormiamo sono abbastanza confortevoli, i letti hanno zanzariere e non ci si può lamentare, così come il cibo, vario e abbondante. La sveglia al mattino e' sempre alle 5:00, si inizia a camminare dopo un'ora e ci sono sempre intermezzi con frutta o spremute d'arancio. Il clou arriva il terzo giorno con l'ascesa alla Ciudad Perdida; 1200 scalini di pietra portano all'area archeologica, con diversi pianori senza edifici, ma che lasciano trasparire la grandezza di questa città che ospitava circa 2000 persone. Fondata nel 800 d.c. circa 650 anni prima di Machu Picchu, venne scoperta nel 1972 quando un gruppo di saccheggiatori di tesori trovarono questa città sperduta, chiamata Teyuna dagli indigeni e considerata sacra. Quando alcune figure in oro e urne in ceramica cominciarono a essere vendute al mercato nero, le autorità rivelarono al pubblico l'esistenza del sito nel 1975. Per l'alto rischio dei narcos e delle FARC, pochi erano i temerari che si avventuravano nella giungla e solo negli ultimi anni si sta assistendo ad un flusso stimato in circa 200 persone al giorno. Dopo aver raggiunto la parte più in alto per le foto di rito ed un break a base di dolci, scendiamo passando da un piccolo villaggio dove abita lo sciamano, capo religioso e politico. In mano tiene il poporo, bastoncino che viene leccato ed inserito in una sorta di zucca svuotata, che contiene un mix di conchiglie tritate. Prelevata un po' di polvere si porta alla bocca per mescolarla alla coca masticata, ottenendo per effetto dell'alta alcalinità, una reazione stimolante dei principi attivi. Lo sciamano risponde alle domande con lo sguardo sempre rivolto in basso, non guarda mai negli occhi lo straniero, lo ritiene colpevole dei saccheggi e delle avversità climatiche che spesso colpiscono queste zone. Solo un mese fa, l'uragano Matthew si e' abbattuto sulla Sierra Nevada portando distruzione e sradicamento di alberi secolari. Nella sua fermezza lo sciamano ha dispensato risposte sagge e quando gli e' stato chiesto se nella loro civiltà e' permesso avere più mogli, con tono deciso ha risposto " No, il Sole ha una sola Luna". A nessuno e' permesso lasciare la Sierra Nevada, qualcuno va in città per qualche acquisto ma se non torna lo vanno a riprendere. Il bello di questo trekking, oltre alla fitta foresta ed alla Ciudad Perdida, sta nel toccare con mano la realtà di questa gente, non c'e' niente di finto ed impressiona come vivono. Indossano una semplice tunica bianca, capelli lunghi, piedi scalzi, molti bambini e vite separate. Ogni famiglia ha due capanne, in una vive il marito con i figli maschi e nell'altra la moglie con le femmine e se la coppia vuole fare sesso, obbligatoriamente al di fuori delle abitazioni. Son rimasto molto soddisfatto da questa esperienza, non eccezionale per paesaggi ma molto significativa per quanto riguarda l'aspetto umano.

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BARRANQUILLA

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(129)-21/11/2016 Bus S.Marta-Barranquilla: Dopo Cartagena e Santa Marta, non poteva mancare il capoluogo del dipartimento dell'Atlantico e quarta città della Colombia per popolazione. Barranquilla si affaccia sul mar dei Caraibi ed e' un importante polo industriale e portuale. La costa e' lontana dal centro e non offre spettacoli degni di una visita se non la foce del fiume Magdalena che sfocia nell'Atlantico. Anche qui il mare dei Caraibi si presenta grigiastro ma e' l'effetto della sabbia nera, visto che a pochi km c'e' un vulcano. Le temperature sono stabili tutto l'anno tra i 28 e i 32 gradi ed ora che siamo nel periodo invernale, le brevi piogge fanno innalzare il livello di umidità al massimo e non si vede l'ora di stare in ambienti climatizzati. Il quartiere del Prado e' abbastanza tranquillo mentre il centro e' trafficato, bancarelle in ogni via, una moltitudine di negozietti ed un via vai incredibile. Essendo città dal 1800, non ci sono molti edifici storici ed il tutto si ferma alle varie chiese, che in tutto il Sud America, non mancano mai. Barranquilla e' famosa per il carnevale e per essere la sede di tutte le partite della nazionale colombiana. Non si parla che di calcio e quello che stupisce e' il tifo sfrenato per tutte le squadre di club nazionali. Ho assistito in un bar alla semifinale della Copa Sudamericana, vinta dal'Atletico Nacional di Medellin contro la paraguaiana Cerro Porteno e l'entusiasmo ed il tifo mi hanno sorpreso, tanto era coinvolgente. Per il resto Barranquilla non mi ha dato molto, anzi mi ha massacrato con la corsa per le condizioni climatiche impossibili e per lo smog, che mi ha annerito i polmoni ed infiammato il tratto respiratorio.

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BUCARAMANGA

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(130)-28/11/2016 Bus Barr.-Bucaramanga: Da Barranquilla scendo in direzione Bogota' costeggiando il Venezuela, quindi dalla parte opposta rispetto a dove son salito. Mi tolgo dagli itinerari turistici e mi affido al caso, non sapendo nulla di dove andrò a finire. Come sempre devo fare i conti con i collegamenti dei bus e la prima città che incontro e' il capoluogo del dipartimento di Santander. Il viaggio che mi porta a Bucaramanga dura 10 ore e mi si presenta un bel panorama collinare, a circa 1000 mt. di altitudine. La citta' non ha niente di particolare, giusto la piazza dove si affaccia la cattedrale ed alcune vie limitrofe con abbastanza movimento. Decido comunque di fermarmi una settimana, sfruttando quel timido miglioramento climatico, per chiudere il mio mese di corsa a 260 km. Considerato il clima impossibile, la quasi totalità dei km. passata su e giù dai marciapiedi, tra il traffico cittadino e lo smog micidiale, mi ritengo soddisfatto di quanto fatto. Un evento che ha catalizzato l'attenzione di tutta la gente colombiana e mondiale, e' stata la tragedia aerea di Medellin. Lo schianto del charter sulla montagna, con la conseguente morte di quasi tutti i componenti della squadra brasiliana dello Chapecoense, ha inondato i canali televisivi di dirette, con grande seguito di pubblico.

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TUNJA

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(131)-05/12/2016 Bus Bucaramanga-Tunja: Procede l'avvicinamento a Bogota' con uno spostamento di 300 km, tra i tornanti della Cordillera Oriental delle Ande Colombiane. Il viaggio su strade di montagna mi porta in 10 ore a Tunja, capoluogo del dipartimento di Boyaca'. Posto fantastico su un altopiano a 2900 mt. circondato da verdi colline e con un clima da alta montagna. Di giorno la temperatura oscilla tra i 15 ed i 18 gradi, mentre di sera scende sotto i 10°. La città e' stata classificata come la più sicura del paese, ha un bel centro storico, con edifici, chiese e cattedrali risalenti all'epoca pre-colombiana. In questo periodo poi e' tutta illuminata per il Natale ed in piazza Bolivar, un grande albero irradia canti fino a tarda sera. A circa 30 km di distanza si trova Villa de Leyva, graziosa cittadina coloniale del XVI° secolo, conservata nel suo aspetto originale e meta di un flusso turistico nettamente superiore a Tunja. Ho optato per una visita giornaliera, nonostante i consigli di viverla almeno un paio di giorni. Il posto e' incantevole ma si limita ad un fazzoletto dove le viuzze portano tutte a Plaza Mayor e poi il clima e' afoso, essendo adagiata in una vallata a 2000 mt. Felicemente mi son fermato 8 giorni a Tunja, dove ho trovato condizioni ideali per soggiornare ma soprattutto per mettere nelle gambe 130 km. Le magnifiche colline che la circondano si prestano per la corsa e la caretera che porta a Toca e' una meraviglia, con 9 km di salita dolce, tra il silenzio rotto solo dalle poche macchine che vi transitano. Non mi sembra vero di correre con aria fresca, senza smog, tutto su strada e con un panorama indimenticabile. Lascio questa accogliente città con un pizzico di tristezza, si deve andare avanti.

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