Con
una superficie di oltre 9 milioni di km² e con circa 325 milioni di
abitanti gli Stati Uniti sono il quarto Paese più esteso al mondo e
il terzo più popolato, generalmente suddiviso a un primo livello in
tre unità distinte: il «Mainland», ovvero il gruppo continentale di
quarantotto Stati contigui che confina a nord con il Canada e a sud
con il Messico, mentre a est e a ovest è bagnato rispettivamente
dall'oceano Atlantico e dall'oceano Pacifico; l'Alaska (lo Stato più
vasto), che sul continente confina unicamente con il Canada, mentre
le acque territoriali confinano con la Russia (stretto di Bering);
lo Stato delle Hawaii, un arcipelago localizzato nel centro
dell'oceano Pacifico. Il nome completo Stati Uniti d'America è stato
utilizzato per la prima volta ufficialmente nella dichiarazione di
indipendenza con la dicitura di «unanime dichiarazione dei tredici
Stati Uniti d'America», adottata dai Rappresentanti degli Stati
Uniti d'America il 4 luglio 1776. Il nome è stato modificato il 15
novembre 1777, quando il secondo Congresso Continentale adottò gli
articoli della confederazione, utilizzando The United States of
America (Gli Stati Uniti d'America), anche se la forma più breve di
Stati Uniti è normalmente utilizzata. Washington D.C. è la capitale,
ha una popolazione di circa 700.000 abitanti e si trova sulla costa
orientale degli Stati Uniti a circa 370 km a sud di New York.
(fonte Wikipedia)
____________________________
NEW YORK
(29)-04/04/2018
Aereo Kathmandu-Abu Dhabi-New York:
Viaggio lunghissimo dal Nepal agli Stati Uniti
d'America. Primo volo di 5 ore da Kathmandu ad Abu Dhabi
e ben 15 da Abu Dhabi a New York, con un Jumbo a 2 piani
e 520 passeggeri. Passo dal clima caldo di Pokhara al
freddo della Big Apple, dalla tranquillità quotidiana al
ritmo frenetico della metropoli. È la sesta volta che
vengo a New York e pur con le sue storture, è una città
che offre molto ed affascina sempre. Non ci son venuto
per caso, avevo programmato 7 giorni di rifinitura in
Central Park prima di trasferirmi a Boston per la
maratona. Ho quindi preso una camera sulla 79^ a 100 mt.
dal polmone verde di New York, ideale per gli
allenamenti. Purtroppo mi son dovuto accontentare di
vivere il magnifico parco solo passeggiando, dopo un
timido ultimo tentativo di corsa. Quaranta giorni di
stop non han portato nessun beneficio ed il dolore alla
gamba destra mi ha proprio messo fuori gioco. A questo
punto, credo non sia stiramento ma nervo sciatico, con
tempi di recupero che si allungano. Mi sfogo allora con
lunghe camminate, approfittando delle giornate
soleggiate e scendendo fino all'estremità di Manhattan,
un giorno dal lato ovest bagnato dal fiume Hudson e
l'altro dal lato est con l'East River. Per prima cosa
dedico una giornata al One World Trade Center, con la
salita all'Observatory della Tower eretta a fianco dove
originariamente sorgevano le torri gemelle. Nella grande
piazza di fronte al grattacielo più alto di New York,
sono state create due piscine in corrispondenza delle
impronte delle Twin Towers. Le piscine misurano 4.000
metri quadrati, hanno le più grandi cascate artificiali
degli Stati Uniti e sui lati sono iscritti i nomi delle
vittime, su placche di bronzo. Inoltre son stati
piantati circa 400 alberi e ce n'e' uno molto importante
e che ha un significato particolare per i newyorkesi. Il
Survivor Tree, situato di fronte alle torri gemelle,
rimase gravemente danneggiato e per poter essere curato
in serra, fu trapiantato e riportato dopo vari anni al
suo posto originale. Il 9/11 Museum e' stato creato per
non dimenticare e vi si trovano immagini e reperti
legati all'attentato e le dediche a coloro che persero
la vita. Nel 2009 avevo visto l'area ancora con delle
macerie e le prime fondamenta ed ora di fronte a questa
imponente opera, ai nomi sulle piscine, al museo ed al
ricordo delle vittime, mi sono commosso come allora. Nel
mio girovagare lungo Manhattan ho comunque rivisto tutti
i simboli di New York ed occasionalmente mi son trovato
anche sotto la Trump Tower sulla Fifth Avenue, quando e'
scoppiato un incendio ai piani alti con purtroppo una
vittima. Grande spettacolo invece al Madison Square
Garden per il match di regular season NBA tra i Knicks
N.Y. ed i Cavs Cleveland. Una semplice partita di
basket, gli americani riescono a trasformarla in evento
spettacolare con concerto, majorettes, lotterie e
coinvolgimento di pubblico ed atleti. Sul parquet
canestri a ripetizione ed un mostro come James LeBron,
tra i più forti di sempre e che da solo vale il prezzo
(salato) del biglietto.
____________________________
BOSTON
(30)-12/04/2018
Bus New York-Boston:
Nel breve viaggio in bus verso
Boston, spero in condizioni meteo migliori rispetto a
New York ed invece oltre al freddo, trovo vento e
pioggia. Memore delle due precedenti esperienze, assai
gradevoli nella capitale del Massachusetts, rimango
sorpreso delle temperature vicino allo zero ed anche se
non sarò al via della maratona, penso ai disagi che
partecipanti ed organizzazione dovranno affrontare.
Dall'Italia arriva mio figlio Marco per una vacanza di 7
giorni e programmiamo le giornate, in modo da sfruttare
i momenti di bel tempo. La vigilia della maratona inizia
a mettere apprensione per le pessime condizioni meteo ed
all'expo e' palpabile la tensione nei partenti. La
location e' stata spostata nell'area del World Trade
Center, con un ridimensionamento espositivo che ha
toccato in particolar modo il segmento calzature. Ritiro
il pacco gara con la maglia celebrativa ed il pettorale,
che perlomeno uso per qualche foto ricordo. Lunedì 16 la
situazione precipita, pioggia mista a nevischio, vento
forte, zero gradi alla partenza e quattro all'arrivo,
fanno vivere momenti terribili ai 36.000 maratoneti.
Tentiamo di andare in zona arrivo per applaudire i
finisher ma dopo 10 minuti e qualche foto agli
infreddoliti atleti, decidiamo di rinunciare essendo
completamente fradici. Pur avendo giubbini ed ombrello,
veniamo colpiti da raffiche di vento accompagnate da
ondate di pioggia, non ci rimane che rientrare e
cambiarci da capo a piedi. Archiviata la maratona ci
dedichiamo alla visita della città, cosa che non ero
riuscito a fare nel 2009 e 2012. Seguiamo il Freedom
Trail, itinerario di 6 km contrassegnato da una linea in
mattoncini rossi, che porta a scoprire i posti più
caratteristici di Boston e termina a Bunker Hill
Monument. L'imponente obelisco in granito fu eretto per
ricordare la battaglia della Rivoluzione Americana
contro gli Inglesi nel 1775, finita tragicamente e
culminata con una delle più cocenti sconfitte nazionali.
Entriamo inoltre nella Massachusetts State House, il
palazzo sede del governo federale e riconoscibile dal
cupolone dorato e nel Museum of Fine Arts, molto bello e
con 450.000 opere. Presente il capolavoro "Dove veniamo?
Chi siamo? Dove andiamo?" di Paul Gauguin e dipinti di
Monet, Van Gogh, Renoir, Rembrandt, ecc. Ci concediamo
una pausa sportiva al TD Garden per i playoff NBA di
basket tra Celtics Boston e Buks Milwaukee, spettacolo
in tutti i sensi, con atmosfera coinvolgente per 3 ore.
Particolarità rispetto al Madison Square Garden, che
arrivato al posto assegnato, si trova una maglietta
verde da indossare in modo da colorare il palazzetto con
i colori dei Celtics. Tante anche le soste nei pub e non
poteva mancare il tour alla Brewery Samuel Adams,
totalmente gratuito e con 3 assaggi sostanziosi della
birra di Boston. Un paio di giornate di sole ci han
tolto il disagio del freddo pungente e ci han permesso
di vivere all'aperto una città che merita, bella,
interessante e non caotica. Pur con la delusione della
mancata partecipazione alla maratona, lascio Boston con
un ottimo ricordo e contento di averla finalmente
scoperta, oltre al piacere della presenza di mio figlio.
Marco rientra in Italia ed io mi dirigo in America del
Sud, alla scoperta del Brasile.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
|