Dopo
la maratona di Londra volo in Scozia a rigenerarmi per una decina di
giorni, tra Glasgow ed Edimburgo. Le temperatura basse, i fantastici
parchi ed i pub accoglienti, contribuiscono al recupero muscolare e
fisico. Rientro giusto per svuotare lo zaino, passare tutto in
lavatrice e fare un test sui 15 km al Parco Callioni, concluso con
sensazioni ottime. Mi rimetto in volo venerdì ed arrivo di primo
pomeriggio a Praga, capitale della Repubblica Ceca e sede della 23^
edizione della Volkswagen Marathon. Passo subito all’Incheba Expo
per il ritiro pettorale e come prassi, mi metto a curiosare e noto
che gli stands di promozione delle maratone internazionali, sono in
buona parte appannaggio degli italiani. Sabato dedicato al relax ed
alla visita della città con doveroso raccoglimento di fronte alla
lapide che ricorda Jan Palach. Lo studente di filosofia, si diede
fuoco il 16 Gennaio 1969 in Piazza Venceslao per “protestare e
scuotere la coscienza del popolo sull’orlo della disperazione e
rassegnazione”, contro l’occupazione delle truppe sovietiche, che
hanno stroncato la rivoluzione democratica reclamata dal popolo
cecoslovacco, famosa come la Primavera di Praga. E proprio in questa
Piazza si ha il primo approccio con la maratona la Domenica mattina,
con la consegna delle sacche indumenti. Incontro Giulia (Maratona)
in sgargiante divisa Fo’ di Pe, molto preoccupata per una
contrattura al polpaccio. Nonostante il suo trainer (Coscia), gli
abbia suggerito di non partecipare, Lei e’ pronta a soffrire e
portare a termine la gara. Da parte mia invece nessun problema, sono
molto motivato e fiducioso di abbattere le 3h30’’, obiettivo
prefissato per Londra e/o Praga. Gli iscritti sono 10.600, il
massimo che può ospitare questa manifestazione, che si sviluppa
totalmente in città. Le griglie sono ordinate per tempi dichiarati e
nonostante avessi inserito 3h30’, mi ritrovo nel settore G, molto
lontano dallo start. La classifica viene stilata per tempo allo
sparo e non real time e siccome non voglio rivivere lo stress di
Londra, faccio lo gnorri e scavalco la transenna per entrare nel
settore C. La posizione mi aggrada e quando nella Piazza
dell’orologio si sente il primo rintocco delle nove, seguito dallo
start a ritmo di musica, parto spedito perdendo solo una trentina di
secondi. Dopo la via dello shopping si attraversa il ponte sulla
Moldava con vista sul Castello e la Cattedrale di S. Vito, con le
prime insidie del ciottolato, delle rotaie del tram e dei
saliscendi. Al 2° km inizia la parte più scenica della gara con
l’attraversamento del ponte Karluw Most, sorvegliato dalle 30 statue
dei santi ai lati. Sembra irreale vedere questo simbolo di Praga
completamente sgombro, senza ambulanti, musicisti e la massa di
turisti che lo attraversano ad ogni ora. Fino al km 8 si costeggia
il fiume e poi si risale dalla parte opposta con il diecimila che
passo in 46’56’’. Poco prima e’ posizionato il cartello dei 39 km e
tengo presente questo tratto perché risulta particolarmente
insidioso, con due sottopassi ed una bella salita finale. Il
percorso non e’ veloce, ponti, curve, fondo stradale e sottopassi
variano il ritmo, anche se diversi vialoni permettono di recuperare
e godere la parte storica di Praga. Corro bene ed a sensazione,
evito di andare in affanno e sfrutto il clima benevolo per mantenere
un passo constante. Finalmente si nota anche il pubblico quando si
transita nella Piazza dove e’ posto l’arrivo, passaggio emozionante
tra due ali di folla. Si prosegue nel centro abitato fino al 15° km
quando ci si ributta a ridosso della Moldava in un tratto lineare ed
abbastanza veloce. Superato l’ennesimo ponte si entra in una zona
decentrata dove e’ posta la mezza maratona, che mi conforta con il
tempo di 1h38’58’’. Le gambe rispondono bene, non ho indolenzimenti
particolari, mentalmente sono carico e lucido e continuo mantenendo
il ritmo fino al 25° km. Alle 11:00 il meteo dava pioggia ed invece
il sole picchia sulla testa, la temperatura sale oltre i 15°, la
zona e’ bruttina, con poco pubblico, inversioni di tracciato,
salitelle. Ho tutto il tempo per ragionare, quindi mi faccio due
conti e se mantengo una media intorno al 4’50’’, finisco con un gran
crono. I ristori sono numerosi e quasi tutti con Gatorade, continuo
a sorseggiare la bevanda, in bicchieri di carta, sperando non
compaiano i crampi. Passo al 30° in 2h21’ e 35° in 2h45’, ormai e’
fatta, vado via senza forzare, bagnandomi la testa agli spugnaggi.
Arrivato al 39° e memore del passaggio precedente, affronto il
finale in scioltezza e quando il pubblico comincia ad aumentare sono
in prossimità del traguardo. Inizio ad esultare molto prima del
42° km, a dare il cinque ai bambini e quando arrivo sulla stuoia blu
a pochi metri dal finish line, lancio un grido di gioia che attira
una troupe di operatori TV. Mi fanno l’intervista e solo dopo
realizzo il tempo finale, 3h23’33’', quarto di categoría MM60.
Fantastico, troppo felice per il risultato e per la gestione della
gara ma soprattutto per non avere crampi, non mi sembra vero,
saltello e faccio il galletto, scherzo con le ragazze che mi
consegnano medaglia e sacca indumenti, quindi mi avvio felice verso
l’albergo. Nel frattempo Maratona termina la sua sofferenza dopo
4h41’59’’ con real time 4h36’40’’. Tostissima. Gara maschile vinta
allo sprint dall’Etiope Abraha Gebretsadik in 2h08’47’’ sul
connazionale Work Bazu 2h08’48’’, terzo Ayenew Mekuant in 2h09’00’’.
La keniana Aiyebei Valary Jemeli sigla il nuovo record della corsa
al femminile in 2h21’57’’, seconda Beriso Amane, 2h22’15’’ e terza
Bekele Tadelech, 2h22’23’’. Su un percorso non certo facile e
potenzialmente insidioso per i tanti tratti di ciottolato, ponti e
sottopassi, si e’ vista comunque una buona organizzazione,
coreografie con bande musicali ed alcuni scorci panoramici di rara
bellezza. Archivio la mia trentesima maratona estera con immensa
gioia, e’ andata come meglio non poteva. A sole 2 settimane dalla
maratona di Londra, abbasso il tempo di 13 minuti e metto nelle
gambe un’altro bel lungo per il Passatore di fine Maggio. Riceverò
in regalo anche questa emozione per i miei 60 anni.
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