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MARATONA DEL TICINO 2012
classifica  -  certificato

Archiviata New York, resta il dubbio se mettere in cantiere subito un’altra maratona o tirare il fiato un attimo e aspettare Reggio Emilia. Non ci penso molto e mi metto subito alla ricerca di una gara, anche se i 30 km in Manhattan non mi aiuteranno ad essere muscolarmente fresco. Scelgo la Maratona del Ticino, in quel di Tenero - Locarno, dove ci si può iscrivere fino a poche ore dallo start. Le previsioni danno un tempo pessimo, non ne faccio un problema, mi organizzo con indumenti per tutte le situazioni e solo soletto, parto in macchina, Sabato di primo pomeriggio. Non avendo mai visto la parte del Lago Maggiore sul versante di Luino, opto per l’autostrada in direzione Varese, in modo da raggiungere la Svizzera costeggiando il lago per 30 km. Scelta più che azzeccata, ne è valsa la pena. Arrivo al centro sportivo di Tenero sotto un autentico diluvio e faccio l’iscrizione dopo aver compilato il modulo, fornitomi da una gentilissima Signora. Pago la quota maggiorata e chiedo dove si ritira il pacco gara; niente pacco gara, solo maglietta, alla riconsegna del chip. Ma pensa sti Svizzeri, anche loro al risparmio, manco un accenno di expo, niente da vedere, solo un rivenditore di scarpe. Per tutta la nottata Giove Pluvio scarica secchiate d’acqua ed al mattino la situazione non migliora, viene giù copiosamente. Per la prima volta decido di affrontare una maratona con un bel giubbino impermeabile, ho ancora il ricordo di Treviso 2009, quando per 42 km, le condizioni atmosferiche non diedero un attimo di tregua. Partenza fissata alle 9,15, mi metto in griglia proprio all’ultimo, dopo aver atteso all’interno della palestra riscaldata. I primi km si affrontano su una stradina di campagna, con belle pozze d’acqua che è meglio evitare, per poi dirigersi, dopo l’undicesimo km, verso Locarno, superando lo strappetto di Minusio. Nella cittadina lacustre, si entra in zone abbastanza desolanti, con sottopassi e posteggi, per poi ritornare verso la partenza costeggiando il lago, con circa 4 km di assoluta bellezza. Il gonfiabile all’esterno del centro sportivo sancisce la mezza maratona e lancia i maratoneti verso il secondo giro, mentre chi ha scelto la gara di mezzo conclude la sua fatica. La pioggia continua imperterrita e la stradina di campagna si è riempita per bene, quindi non resta che entrare nell’acqua gelida, inzuppando ancora di più le scarpe. Siamo al 25° e dopo aver tenuto regolarmente i 5’ al km fino alla mezza, mi concedo una decina di km a ritmo più lento per poi allungare sul finale. Nonostante tutto mi sento bene e arrivato sul lungo lago cerco di allungare, ma dopo soli 2 km, una fitta al polpaccio sinistro mi costringe a desistere ed a tirare i remi in barca. Subito dopo la gara mi aspetta il viaggio in macchina e con i crampi come faccio ad arrivare a casa? Tranquillo concludo in 3h50’10’’ felice di ritirare la maglia tecnica e soprattutto la medaglia. Come taglio il traguardo mi aspetto le solite signorine che te la mettono al collo, invece niente. Le distribuiranno all’interno, insieme alla maglia, invece con sorpresa, mi sento dire che la medaglia non è prevista. Nooo! Nelle maratone all’estero ci tengo, mi piace riporla in valigia e tenerla come ricordo. E non è la sola mancanza, andrebbero migliorati anche i posizionamenti dei cartelli kilometrici, pochi dal 5° al 35°, aumentati i tappeti per il rilievo tempi, presenti solo a metà gara e rinvigorito il ristoro finale. Questa 30^ edizione va in archivio con la vittoria in campo maschile di Alexandre Rognon in 2h30’18’’ e femminile di Anna Ackermann in 3h09’45’’. Al traguardo solo 228 concorrenti e non è un caso se la Maratona del Ticino non decolla, serve ben altro.

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