Seconda
partecipazione alla Maratona della grande
mela allietata dalla presenza di mio figlio
Marco, mia figlia Federica e
fidanzato Michele, Lacrima Maria,
Fabio Sei Secondi e moglie Robi e Agnese. Il programma imperniato sulla 42.195
metri e visita alla città per 6 giorni
prevedeva inoltre 3 notti a Washington, la
capitale. Per pochi giorni sono stati dei
nostri anche Simonetta, Walter e Pigi Gabellini.
Bellissima esperienza impreziosita da un cielo azzurro e meteo fantastico.
Iniziando dall'aspetto agonistico, l’azzurro che fa da sfondo a Manhattan si
presenta luminoso già dalle prime ore dell’alba di Domenica e Staten Island si
anima con i mille bus che trasportano i protagonisti della New York Marathon. La
temperatura è gradevole e sale fino allo schieramento sul ponte di Verrazzano,
quando viene bloccata dai brividi che attraversano il corpo, per un’esibizione
live dell’inno americano. Come da prassi, le partenze sono scaglionate in tre
orari diversi, distanti 30 minuti l’uno dall’altro, con l’avvio dato dal colpo
di cannone alle 9,40. Il lungo ponte che unisce l’isola a Brooklin viene ritmato
dai passi dei primi 14.000 e l’incontro con il pubblico avviene subito
all’ingresso del quartiere. Si rivivono le emozioni delle edizioni precedenti
con il gran trambusto ed il vociare incessante. Passano i km e la strada
tradisce per le leggere e continue variazioni altimetriche, già prima del
passaggio nel Queens i muscoli sentono la fatica. Il fiume di folla ai bordi
della strada cala solo nel Bronx, dove l’atmosfera cambia e l’ambiente si
quieta. Il caldo atipico per la stagione sfianca parecchi concorrenti,
nonostante i numerosi ristori, praticamente uno ogni 2 miglia. Il mio passo non
è dei migliori, fatico a tenere il 4'50'' al km, non ho ancora recuperato le 2
maratone dopo il Bianco. Passo alla mezza in 1h42'', le gambe non vanno, i
crampi danno le prime avvisaglie e cerco di gestire la situazione. Il finale in
Central Park, ormai con l'acido lattico a mille, vede drasticamente calare il
ritmo e cerco solo di terminare fermandomi il meno possibile. Gli ultimi 600
metri sono una parata di saluti, dalle transenne gridano i miei figli e mi
concedo alle foto alzando le braccia prima di oltrepassare la linea di arrivo e
gioire per aver terminato una delle Maratone più belle in 3h42’12’’. Il resto
della compagnia ottiene questi tempi: Maria 3h00’25’’, Walter 3h14’16’’, Simo
3h18’02’’, PG Gabellini 3h19’20’’, Onga 3h36’07’’, Sei Secondi 4h04’15’’. La
classifica maschile vede al primo posto Geoffrey Mutai in 2h05'06" mentre tra le
donne primeggia Firehiwot Dado, 2h23'15". Archiviata la parte agonistica dal
Lunedì ci dedichiamo alle bellezze della città
con visite ai musei ed ai monumenti. Con la New York City Pass si hanno sconti
notevoli e ci gustiamo il MoMa, il Guggenheim, il bellissimo e imperdibile
Metropolitan Museum of Art, l'American Museum of Natural History oltre
all'Empire State Building e la Statua della Libertà. Le passeggiate serali in
Time Square, la corsa mattutina in Central Park ed il ponte di Brooklin
hanno completato questa permanenza a New York. La successiva destinazione di
Washington è stata la ciliegina sulla torta, con gli immensi spazi e la grande
storia, raccontata nei musei e nei vari tributi ai caduti e ai personaggi che
son entrati nella memoria del popolo americano. Una grande città, lontana dai
grattacieli e perennemente sotto controllo per la Casa Bianca e per la presenza
del Presidente Obama e famiglia.
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------