Puntata
nella parte meridionale della Spagna in compagnia di Angelo per il trentennale
della maratona di Valencia. C'è un'aria di festa, l'organizzazione è di alto
livello nonostante le presenze non stratosferiche. La città porta ancora i segni
della sfida per la coppa America di Vela e lo si nota subito come arrivi in
aeroporto e viaggi in metropolitana, lusso quanto basta con lo splendore della
pulizia e dell'ordine. Le strade sono al livello delle metropoli americane, 4
corsie per ogni senso di marcia in tutto il circondario urbano con la sola
eccezione del centro storico, dove comunque il caos non si vede nemmeno negli
orari di punta. Grandi strutture alberghiere, sportive e commerciali fanno
capire come questa cittadina sia ai vertici non solo della vela ma anche nel
motociclismo, nell'automobilismo con la pista ricavata nelle strade del porto,
nel calcio e nella cultura. Particolare il giardino del Turia nato dopo il 1973,
anno in cui fu deviato il fiume per risolvere definitivamente il problema delle
inondazioni che in più riprese ha devastato la città, in special modo nel 1957.
Nell'alveo del fiume è sorto il più grande giardino della città con campi
sportivi di tutti i generi, dal baseball al rugby, dal calcio alla pallavolo, ed
è frequentato da gente che corre, passeggia, riposa o semplicemente passa la
giornata. Con queste premesse la mattina della Domenica la città si sveglia con
la maratona, nessuna concitazione, tutto fila con una calma assoluta, consegni
le borse 20 minuti prima del via e vai verso la griglia di partenza. I
quattromila entrano all'ultimo, il fronte partenza è larghissimo e quasi ti
ritrovi sotto lo striscione. Il tempo di sistemare l'allacciatura delle scarpe,
controllare i nuvoloni che dopo un'ora porteranno pioggia, gioire per la
temperatura ideale di 8 gradi ed ecco il via, accompagnato da un'assordante
boato, opera dei fuochi d'artificio che si susseguono per un paio di minuti.
Un'autostrada davanti a noi ed il gruppo sfila senza problemi e si va verso il
porto e poi nel centro città con i primi 27 km assolutamente piatti e veloci.
Fino al 29° due sottopassaggi condizionano l'andatura per poi lanciare gli
ultimi 12 km riprendendo il tratto iniziale, piatto e veloce. Ristori ben
gestiti e forniti, con bottigliette d'acqua da 33 cl, aperte e passate dai
numerosi volontari. Belle le coreografie, buona partecipazione di pubblico e
fiumana finale con un muro assordante che incita i concorrenti fino alla linea
del traguardo. Vincono la maratona David Njagi, 2.09.45 e Gladys Chebet 2.42:06.
Per quanto riguarda la mia prestazione, sono arrivato a
questo appuntamento senza una particolare preparazione e quindi imposto la gara
a sensazione. Le condizioni meteo sono ideali e riesco a correre bene, seguo un
gruppo che viaggia a 4'30'' e passo alla mezza in 1h34'20''. Mi aspetto un
calo nella seconda metà invece resto agganciato al gruppetto e fino al 38°
mantengo il ritmo che mai, lontanamente avrei pensato. Inevitabile un leggero
calo finale, ma sospinto dal pubblico stringo i denti e fisso il miglior tempo
del nuovo millennio, 3h12'59''. Angelo termina in 3h06'00'' ed insieme
torniamo raggianti all'albergo per una calda doccia per poi presentarsi in tempo
all'imbarco, destinazione Bergamo. Valencia mi ha dato un'enorme gioia e
sensazioni ormai lontane, il vento in faccia lo sentivo più forte del solito,
avevo un ritmo diverso e sotto lo striscione d'arrivo mi son emozionato, come la
prima volta. |