Maratona
di Livorno, campionato Italiano Uisp e competizione individuale fò di pe. In
quattro aderiamo all’iniziativa ed in macchina affrontiamo il viaggio di sabato
pomeriggio. Velo, vengo, quattroprimi e forvezeta, con obiettivi diversi, si
apprestano a gareggiare confidando nella clemenza del vento che da quelle parti
è l’incognita più grossa ed imprevedibile. Arriviamo all’expo in tarda serata
per il ritiro pettorale e dopo una sbirciata ai vari stand, con annessa foto con
quello che sarà il vincitore, il Keniano Philemon Kipkering, raggiungiamo
l’hotel prenotato e scarichiamo i bagagli. Non mi soffermo sui disagi trovati
tipo cena fatta in trattoria non prevista o la colazione mancante, ma un appunto
su certi locali consigliati dall’organizzazione è bene farlo. Chi arriva da
lontano, prenota per mezza pensione con cena e colazione compresa e si ritrova a
dover attuare soluzioni diverse, non può che essere scontento, ma tantè, è solo
il primo segnale della maratona che sarà. Per la cronaca aggiungo che uno dei
fiori all’occhiello della maratona è il pasta party che si tiene il sabato sera.
Domenica mattina, verso le otto arriviamo al parcheggio capiente in zona ritrovo
e troviamo posto in quella che poi sarà anche la zona arrivo. Qui la logistica è
forse la cosa migliore per chi termina una gara; arrivo, deposito borse, docce,
ristori ed expo dove si effettueranno le premiazioni, sono racchiuse in poche
centinaia di metri ed a stretto contatto con i parcheggi. Ottimo. La partenza
invece avviene all’interno dell’Accademia Navale e per arrivarci bisogna fare un
trasferimento di circa 700 metri ma visto che ci si deve riscaldare la distanza
non è assolutamente un problema.
Sul lungomare che costeggia l’ingresso al parco dove verrà dato il via si nota
subito un assembramento di persone, il cancello è ancora chiuso e comincia a
serpeggiare un po’ di
preoccupazione.
Iscritti alla maratona sono circa 300 atleti, ma con la mezza e la non
competitiva di 8 km si arriva a circa 2000 presenze. Ci si aspetta che
l’organizzazione divida le partenze e non penalizzi i competitivi. Mancano 10
minuti e con l’arrivo di tutti i concorrenti la ressa è quasi inevitabile quando
vengono aperti i cancelli. Con fatica si entra nei vicoli stretti dell’accademia
dove si è incanalati dai giovani cadetti che in divisa sorvegliano il regolare
flusso. Ci avviciniamo tutti ad un vialetto stretto e veniamo bloccati da
addetti dell’organizzazione che non permettono di andare oltre. Fianco a fianco
con i non competitivi non capiamo come verrà gestita la partenza e con
preoccupazione guardiamo l’orologio e ci accorgiamo che mancano solo 3 minuti
alle nove. Nemmeno il tempo di staccare lo sguardo dalle lancette che la massa
si muove e viene subito spontaneo pensare che ci porteranno vicino allo start ed
invece……..PARTITI. Ma come, in testa ci sono solo non competitivi che bloccano
tutti gli altri, i keniani si stanno ancora riscaldando e non sono nemmeno
allineati e tanti altri camminano non comprendendo che il cronometro ha iniziato
inesorabilmente a contare i secondi. Qualche vaffa… e spintone di troppo ed una
volta usciti dall’Accademia la massa si defila e si inizia a correre. Ritmo
iniziale oltre il previsto per recuperare e dopo il primo km, sul marciapiede
destro, la schiera dei keniani ci supera con una velocità assurda e via via
tutti i veloci fino al terzo km. Cose mai viste, giudizio sulla partenza,
PESSIMO, da principianti e forse si comprende come mai questa maratona sia
caduta a livelli di partecipazione così bassi, nonostante l’attrattiva del
campionato nazionale Uisp. Percorso molto bello nella parte iniziale nelle vie
centrali della città, veloce e scorrevole, chiuso al traffico. Dopo 11 km si
arriva sul lungomare ed inizia la parte più suggestiva con il passaggio
all’interno
dell’Accademia Navale con la bellissima visione di un antico veliero posizionato
proprio in fronte mare.
Dal 13° in poi la gara si svolge prevalentemente su un lungo viale da ripetersi
3 volte con la parte ascendente controvento ed abbastanza impegnativa
muscolarmente. Noia mortale e non si vede l’ora di terminare. L’andirivieni non
è presidiato, c’è una rilevazione cronometrica prima del giro di boa e nascono
polemiche su tagli al percorso, taluni presunti ma molti veritieri. Gli addetti
ad indicare le direzioni di gara chiedono addirittura ai concorrenti i giri
fatti e si capisce come mai poi certi problemi nascano. I ristori sono
predisposti con bevande nei bicchierini di plastica, zero bottigliette e
pochissimi alimenti. All’arrivo come detto ottima la logistica mentre il ristoro
non disponeva di bevande calde, ma è solo un dettaglio. Le premiazioni sono
state un susseguirsi di lamentele per i tagli percorso ed hanno finito per
lasciare l’amaro in bocca anche a chi magari ha fatto una prestazione degna di
miglior palcoscenico. La mia gara finisce in 3h19'01'' con un ritmo regolare ed
un piccolo calo nel finale, sufficiente comunque a farmi esultare per essere
riuscito a stare sotto le 3h20' per la prima volta dopo il rientro. Velo termina
in 3h01'35'', Vengo 3h12'38'' e Quattroprimi 3h15'27''. Quarta vittoria a
Livorno per Philemon Kipkering, 2h19'41'' e fra le donne successo di Cristina
Neri in 2h48'38''. |