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DUBAI E ABU.DHABI
 
DUBAI

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Salgo sulla scaletta dell'aereo zoppicando, un mese di gesso e venti giorni di magneto-terapia non son bastati per calcificare il quinto metatarso, fratturato agli inizi di Dicembre. Ho una fasciatura che mi permette di camminare, oltre al dolore fisico, mi porto negli Emirati Arabi anche l'angoscia di non essere allo start della maratona. IL volo notturno riserva solo un momento di spettacolarità quando si sorvola il Kuwait e si intravedono le lingue di fuoco, generate dai gas dei pozzi di petrolio. Sono in compagnia di mio figlio Marco e quando atterriamo a Dubai la giornata e' stupenda e la temperatura oltre i venti gradi. Uno sguardo agli splendidi interni dell'aeroporto, prima di salire sulla linea rossa della metropolitana, che è il mezzo più economico per arrivare a destinazione. La linea gira esternamente alla città, a fianco della mega tangenziale a 5 corsie per direzione, è tutta in superficie, sospesa in aria e sorretta da grossi piloni, che hanno un buon impatto con l’ambiente, vista l’accuratezza del design. La struttura è ultra moderna, i treni non hanno guidatore, è in massima sicurezza ed è pulitissima. Alle pensiline è impossibile cadere sui binari, è tutto chiuso fino a quando arriva il convoglio, ad ogni fermata ci sono almeno due poliziotti, due controllori che sorvegliano il regolare deflusso e non so quanti addetti alle pulizie che in continuazione fanno brillare pavimenti, bagni e strutture. La prima carrozza è riservata alle donne ed è vietato consumare a bordo alimenti e bevande. La metro è stata inaugurata il 09/09/09 alle 9,09 locali e sembra che il tempo si sia fermato, è ancora come nuova, splendidi i marmi, i dipinti ed i mosaici, da rimanere a bocca aperta. Si vedono in lontananza i grattacieli con il mostro di ingegneria, vanto di tutto l’Emirato Arabo, il Burj Khalifa, il più alto del mondo. Nelle vicinanze parte ed arriva la maratona e puntiamo direttamente al ritiro pettorale, anche se rimarrà in valigia, chiuso nel ricordo di quello che poteva essere. Non esiste un expo, tutto si ritira in un albergo di lusso, due sale per i pettorali maratona 10.000 e family run e nient’altro. La gara sulla lunga distanza, con un montepremi consistente, parte alle 7,00 del mattino di Venerdì 27 Gennaio e per assistere almeno all’arrivo dobbiamo utilizzare il taxi. Essendo giorno festivo per il mondo Mussulmano, la metro è chiusa fino alle 13,00, come qualsiasi mezzo di trasporto. Non c’è molta differenza, i taxi costano poco e se ne trovano ad ogni angolo, a ogni ora e vengono utilizzati in massa. Anche qui è inverno e la temperatura va dai 22 gradi di giorno ai 18 di notte e quando arrivano i primi concorrenti siamo già oltre i 20. Il percorso è veloce, lambisce la costa e porta i 150.000 euro nelle tasche dell’Etiope Ayele Abshero (2h04’23’’) che prevale su un lungo serpentone di atleti Africani ed al femminile niente di nuovo, si impone Aselefech Mergia, Etiope, con 2h19'31". Da queste parti la Maratona non è un evento, sulle strade poca gente e lungo il percorso non credo che la situazione sia diversa. Dubai non vive per strada, siamo in pieno deserto e lasciato l’inverno, la temperatura sale fino ad arrivare stabilmente oltre i 40 gradi. Solo poche strade hanno i marciapiedi, nessuno si muove a piedi, tutti usano mezzi pubblici o privati ed il punto di ritrovo sono i luoghi climatizzati, i grandi alberghi e i mega centri commerciali. Non esiste un centro città, tutti i negozi, comprese le grandi firme di tutto il mondo, sono all’interno dei Mall, mega strutture commerciali, dove trovi di tutto. La caratteristica che li unisce sono le poche entrate esterne, tutti accedono dai parcheggi coperti e vivono il tempo libero sfruttando la frescura. Attualmente i più grossi sono l’Emirates ed il Dubai, con quest’ultimo che è al primo posto mondiale con i suoi 1200 negozi (6 volte Oriocenter). Nel Mall Emirates è nata la pista da sci più grande del mondo al coperto e si può calpestare la neve 365 giorni l’anno. In questa città, nata ai primi del 1800, la parola grande o prima al mondo è largamente sfruttata, ogni cosa è esclusiva, si punta all’eccellenza moderna, la storia non può essere raccontata, non c’è. Esiste un solo museo, nella parte antica, con poche testimonianze, si trovano pescatori e barche in legno lungo il Creek, fiume che ha fatto della navigazione con l’Iran un punto di interscambio e dove si trovano i Souk, mercati dediti al commercio, in particolar modo spezie e oro. La scoperta del primo giacimento petrolifero nel 1966 ha dato la svolta alla città che ha visto nel turismo una grande opportunità di investimento. Si è cercato di renderla verde con interventi massicci e con l’uso di milioni di litri d’acqua al giorno per mantenerlo tale, si son costruite strutture alberghiere e pianificato progetti che nel 2020, dicono porti la città a triplicarsi. L’orgoglio nazionale è il Burj Khalifa, 140 piani, 828 metri, quando è stato inaugurato il 04 Gennaio 2010 tutto il mondo si collegò in diretta. E’ una costruzione incredibile, lo vedi da qualsiasi parte e ridicolizza i grattacieli vicini che comunque hanno una considerevole altezza. La vista che si ammira dal 124° piano, dove i visitatori possono accedere, è unica e vale il prezzo del Ticket ( circa 18 euro ); consigliabile la prenotazione via Web o sul posto se si resta almeno 5 giorni, altrimenti esiste l’opzione entrata immediata ma costa 5 volte tanto. Sotto il Burj ed all’esterno del Mall Dubai, tutte le sere e gratuitamente, da non perdere lo spettacolo delle fontane, che anche in questo caso, battono per spettacolarità quelle del Bellagio a Las Vegas. Una capatina è obbligatoria alla Palm Jumeirah, la più grande isola artificiale al mondo, che però non ti da riferimenti quando sei su uno dei 17 rami ( la vedi bene quando decolli con l’aereo ) ed alla Burj al Arab, la famosissima Vela, dove entri solo se hai una prenotazione. Qui ci troviamo nell’albergo più lussuoso al mondo, uno dei pochi sette stelle, solo per un aperitivo si va dai 25 agli 800 euro. Dubai merita di essere visitata, se ti accontenti di un buon hotel, mangiando in uno dei tanti locali all’interno dei Mall, spendi l’equivalente di New York, se vai a cercare il lusso, lo trovi e lo paghi, come in nessun altro posto al mondo. Queste sono cose risapute, quello che più mi ha colpito è la gente, la cortesia, il rispetto e la pulizia. Una buona parte di loro si veste con lunghe tuniche, nere per le donne e bianche per gli uomini, non si isolano, parlano correttamente Inglese e non eccedono mai. Non si lasciano mancare nulla, dal cellulare alle scarpe coi tacchi a spillo, dagli occhiali ai profumi, sono discreti, gentili, rispettosi e di una pulizia assoluta. Per strada non trovi un pezzo di carta, qualsiasi posto di ritrovo splende di pulito, in ogni bagno c’è una persona che interviene, la metro al capolinea, ogni volta viene pulita da una squadra di operatori. Semplicemente fantastico e che deve far riflettere sull'industria turismo Italia.

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ABU DHABI

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Abu Dhabi è la capitale degli Emirati Arabi, dista circa 100 km da Dubai e per raggiungerla ci sono 3 possibilità non esistendo ancora il treno. La più economica è l'autobus (pagato 5 euro), per comodità si può scegliere anche il taxi o il noleggio auto. La prima meta e la migliore di tutte è la Gran Moschea Sceicco Zayed, accessibile a tutti dal 2008 e unica nell'Emirato Arabo a permettere l'accesso ai turisti. Il sole splendente mette in risalto la bellezza di questa meraviglia di 22.000 metri quadrati, con il luccichio del marmo bianco delle 82 cupole e dei quattro minareti, alti quasi 107 metri. Le colonne esterne sono rivestite di marmo con intarsi di pietre semipreziose come lapislazzuli, agata rossa, ametista, mentre quelle della sala principale delle preghiere sono rotonde e intarsiate di madreperla. La sala di preghiera presenta lampadari con cristalli Swarovski, dove spicca il più grande del mondo, con 10 metri di diametro e 15 di altezza. Si cammina a piedi nudi sul più grande tappeto annodato a mano del mondo, 5600 metri quadrati, ammirando il muro decorato con vetro color oro e riportante le iscrizioni di Allah. All'esterno mosaici floreali pavimentano i 17.000 metri quadrati del cortile decorato in marmo bianco proveniente dalla Grecia. Estremamente soddisfatti saliamo sul bus turistico per un giro panoramico in centro città, dove da visitare c'è senz'altro di meno rispetto a Dubai. Bastano 3 ore per una sbirciatina e quindi da appassionati di formula 1, imperdibile il Ferrari World raggiungibile in taxi. Yas Island dista 30 km ed è nota per essere sede dell'ultimo GP stagionale di F1 e la prima cosa che vedi è l'imponente struttura che copre l'intero parco dedicato alla rossa. Inaugurato circa un anno fa, in mostra diverse monoposto che han calcato le piste mondiali e ammiraglie da sogno del Cavallino. Le attrazioni hanno in Formula Rossa la meta principale, per una corsa pazzesca sulle montagne russe più veloci al mondo. Si inizia in un'area di imbarco a temperatura controllata, con la fornitura di occhiali protettivi, in modo da avere la protezione necessaria per il vento generato dalle alte velocità raggiunte. Grazie ad un sistema di verricelli idraulici, simili a quelli usati per lanciare i jet, si ha una spinta fornita da 20.800 cavalli, e si raggiunge un'altezza di 52 metri in meno di 5 secondi a 240 km orari. Il giro misura 2.07 km, con un alternanza di curve secche e discese improvvise e la sola forza di gridare a squarciagola, con il cuore a mille e le lacrime agli occhi. Tra le tante scelte, da veri piloti Scuderia Challenge, il simulatore di corse al limite della realtà, simile a quelli usati dai piloti della Ferrari durante l'allenamento.

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DESERTO ARABICO

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A Dubai oltre alla città, da vivere assolutamente una escursione nel deserto Arabico. Numerose sono le agenzie che offrono tour organizzati con jeep 4x4, per un esperienza sulle dune, con il brivido della guida spericolata. Si percorrono circa 50 km di asfalto in direzione Hatta, prima di entrare nelle dune di sabbia e fermarsi per il primo stop. I bravi autisti sgonfiano le gomme per aver miglior presa e quindi si parte per un divertentissimo su e giù tra le alte montagne di sabbia. Esperienza da brivido con le jeep che spesso si trovano in condizioni estreme ed in due casi, per le derapate, subiscono lo scoppio dei pneumatici. Bella veduta dai punti più alti e temperatura sui 25 gradi, prima del tramonto, con il sole rosso che in un baleno scompare nel deserto. La serata al campo Arabo conclude l'escursione con una tipica cena, allietata da balli e musiche.

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